Il monumentale complesso di Sant’Agata, è stato un monastero, un carcere, un consultorio.
Sorge nel suggestivo cuore medioevale di Città Alta a Bergamo. Edificato nel XIV secolo su resti di costruzioni pagane, nel XVII secolo venne modificato in monastero, con l’aggiunta di alcune porzioni, della cappella e della torre campanaria, dai padri teatini, che nel 1797 lo abbandonarono.
Nel 1803 iniziano i lavori di conversione a carcere su progetto di Leopold Pollack: l’edificio viene riutilizzato adattando le singole stanze dei monaci a celle per 4, 6 o 8 detenuti all’interno delle quali vengono aggiunti moduli con lavabo, doccia e wc. Gli spazi più ampi vengono mantenuti come aree comuni (spazio proiezioni, mensa, laboratorio), una delle chiese viene suddivisa in altezza su tre piani per ricavare uffici e altre unità di detenzione.
Poco più di un secolo dopo la struttura verrà abbandonata: le porte di Sant’Agata si chiudono nel 1978.
Per i due anni successivi una porzione dell’edificio viene ristrutturata e utilizzata dalla circoscrizione 3 e dall’Asl che ne realizza all’interno il consultorio.